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# Sacks, Lovecraft e la porta
> Questo pezzo nasce da una discussione che ho avuto al Cicchetto e Libretto, un club del libro che si ritrova in Base a Palazzolo (BR) una volta al mese per discutere di una lettura e scegliere la successiva.
> Non ho trovato nessuno che avesse scritto di questo parallelo, e visto che mi sembrava un parallelo interessante ho deciso di lanciare la prima pietra.
Oliver Sacks (1933-2015) ha dedicato la sua carriera come neurologo a documentare i bizzarri modi in cui la mente umana può malfunzionare.
Ne "*L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello*" ci presenta il Dr. P, un insegnante di musica con un'agnosia visiva così profonda da non riconoscere i volti, incluso quello di sua moglie, che una volta tentò di sollevare sulla testa, scambiandola per il suo cappello, dando il titolo all'opera.
In un mondo parallelo, H.P. Lovecraft (1890-1937), racconta di orrori cosmici in cui i protagonisti incontrano entità e geometrie così aliene da condurre gli osservatori alla follia.
NeI *richiamo di Cthulhu*descrive architetture con angoli assurdi e geometrie non euclidee, strutture che la mente umana semplicemente non può elaborare.
Un tema in comune: ciò che sperimentiamo come realtà è semplicemente una costruzione della nostra architettura neurale e questa costruzione è terribilmente fragile.
Quando il Dr. P guarda un guanto e lo chiama "*una superficie continua con cinque estroflessioni*", sta vivendo la stessa esatta esperienza di alienazione dalla realtà che sperimentano i personaggi di Lovecraft prima di perdere il senno.
Comprendere quanto facilmente la nostra percezione può essere distorta ci costringe a mettere in discussione ciò che diamo per scontato come reale.
Se un piccolo guasto neurologico può trasformare tua moglie in un cappello, o se incontrare una geometria non euclidea può distruggere la tua sanità mentale, allora forse la realtà stessa è meno stabile di quanto immaginiamo.
## La porta
Immagina di essere in una stanza vuota, nessun letto, nessun mobile, nulla sulle pareti.
Non hai mai avuto bisogno di dormire o mangiare.
Un giorno, passando la mano su uno dei muri ti rendi conto che la parete non è liscia.
Segui con la mano l'increspatura che senti, angolo retto dopo angolo retto ti rendi conto che nella parete c'è una porta.
Cosa provi? Cosa ti dice l'esistenza di questa porta?
La semplice esistenza di quella porta è abbastanza da cambiare il tuo mondo per sempre, non importa se la apri o no.
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Sia Sacks che Lovecraft trattano ampiamente di momenti e limiti oltre i quali la normale percezione fallisce.
Porte tra la realtà comprensibile e l'abisso che si trova oltre.
Nelle osservazioni cliniche di Sacks queste porte si manifestano come confini neurologici: il paziente con agnosia visiva non può più entrare nella stanza del riconoscimento facciale, la donna che perde la propriocezione non può più sentire il suo corpo nello spazio; ha attraversato una soglia in uno stato in cui l'aspetto più intimo dell'esistenza, l'essere fisicamente stesso, diventa alieno.
Lovecraft ne "I sogni nella casa delle streghe" ci racconta di uno studente di matematica che scopre che certi angoli della sua stanza possono servire come portali tra dimensioni.
In "Dall'aldilà", uno scienziato crea una macchina che permette agli umani di percepire realtà che esistono accanto alla nostra, con conseguenze terrificanti.
Ciò che unisce queste prospettive è il riconoscimento che attraversare tali soglie trasforma fondamentalmente colui che percepisce.
Una volta che hai visto oltre il velo della percezione normale, non puoi più non vederlo.
I pazienti di Sacks devono adattarsi alle loro nuove realtà; i personaggi di Lovecraft tipicamente impazziscono o muoiono, incapaci di integrare ciò che hanno sperimentato.
## Fenomenologie del crollo
Forse l'orrore più intimo è quando i nostri stessi corpi diventano estranei per noi. Sacks descrive Christina, "la signora disincarnata", che ha perso ogni senso propriocettivo, la capacità di sentire dove il suo corpo esiste nello spazio. Si descriveva come "scuoiata come una rana", e si lamentava che il suo corpo si sentiva morto, non-reale, non-suo.
Senza un continuo feedback visivo, non poteva muoversi o anche mantenere la postura.
%% Ne "L'ombra su Innsmouth" di Lovecraft, il protagonista scopre che il suo corpo si sta trasformando in qualcosa di non umano.
Ne "Il colore venuto dallo spazio", le vittime di una presenza aliena vedono i loro corpi che si disintegrano, diventando qualcosa di sbagliato e non propriamente vivo. %%
Entrambi gli autori rivelano che il nostro senso più fondamentale della realtà è basato su processi neurali fallibili.
Quando lo fanno, il risultato è un profondo orrore esistenziale.
Esperienza vissuta sia in un reparto neurologico che nella città fittizia di Arkham.
Il paziente di Sacks, Dr. P, non poteva riconoscere i volti: non quello di sua moglie, non quello dei suoi studenti, nemmeno il suo allo specchio. Invece, identificava le persone per caratteristiche isolate o per le loro voci. Quando gli mostravano una foto di Einstein, non riconosceva il volto iconico ma "i baffi, i capelli". Il mondo diventava una collezione frammentata di caratteristiche piuttosto che interi coerenti.
Le entità di Lovecraft sono frequentemente descritte come aventi caratteristiche che le menti umane non possono elaborare come volti. Il più famoso, Cthulhu, ha una testa "con caratteristiche che ricordavano un polpo, un drago e una caricatura umana... ma era il contorno generale dell'insieme che lo rendeva più spaventosamente terrificante". Altre entità sono descritte come aventi "un volto che non era un volto" o caratteristiche che cambiano quando osservate.
Entrambi gli scenari producono lo stesso effetto inquietante: il crollo della nostra capacità di riconoscere l'ancora sociale più basilare, il volto umano. Senza questa capacità, il mondo diventa profondamente alieno. Sacks affronta questo clinicamente; Lovecraft lo sfrutta per generare orrore. Ma entrambi stanno documentando lo stesso abisso neurale.
Sacks documenta pazienti con disturbi parkinsoniani che sperimentano il tempo come congelato o accelerato, così come quelli con epilessia del lobo temporale che sperimentano momenti eterni o déjà vu così intensi da sembrare profezie.
Lovecraft era ossessionato dalla distorsione temporale. In un racconto la mente del protagonista viene scambiata con quella di un alieno del lontano passato. In un altro la geometria non euclidea permette il viaggio attraverso il tempo.
Le sue entità esistono oltre il tempo o lo sperimentano in modo non lineare.
Quando la percezione del tempo si sgretola, la causalità stessa si rompe. Questa è forse la rottura percettiva più profonda di tutte, dove non solo gli oggetti o i corpi diventano alieni, ma la struttura fondamentale dell'esperienza stessa.
# Chi ha aperto la porta
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Sacks e Lovecraft divergono davvero in quello che succede a chi, per sbaglio, apre la porta. Per Sacks sembra che sia più frequente che no un adattamento dei soggetti alla loro condizione.
Il Dr. P, incapace di riconoscere i volti, ha sviluppato un elaborato sistema per riconoscere le persone dalle loro voci, i loro capelli, i loro movimenti. Christina, propriocezione, ha imparato a controllare i suoi movimenti attraverso un costante appoggio sul visivo, sostituendo effettivamente un senso con un altro. Questi pazienti costruiscono nuove realtà per sostituire ciò che hanno perso e in alcuni casi ottengono straordinarie abilità.
Per Lovecraft invece anche solo sopravvivere è un miracolo. I suoi protagonisti tipicamente scendono nella follia, si suicidano, o vengono distrutti da ciò che hanno incontrato. I pochi che sopravvivono lo fanno attraverso la compartimentazione, letteralmente dimenticando ciò che hanno visto, o abbracciando una nuova prospettiva non umana che li rende alieni agli altri.
Questa divergenza rivela una divergenza filosofica importante: la credenza umanistica di Sacks nell'adattamento e nella resilienza contro il pessimismo cosmico di Lovecraft. Eppure entrambi riconoscono che una volta che la percezione è fondamentalmente alterata, non c'è ritorno alla normalità, solo andare avanti in una nuova realtà.
Le persone che hanno aperto la porta o se ne dimenticano o la attraversano senza poter più tornare indietro.
## Melt my eyes, see the future
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La storia dell'umanità è una storia di ricerca sia esterna che interna, e da quando abbiamo memoria abbiamo cercato qualcosa in grado di alterare la nostra percezione sensoriale e cognizione, che siano sostanze, meditazione o deprivazione sensoriale. Entrambi gli autori si confrontano con questo impulso a sbirciare dietro la tenda della realtà.
Sacks ha documentato le sue esperienze con stati alterati in "Allucinazioni", incluso il suo famoso weekend con i semi di convolvolo azzurro celeste. Ha descritto come certe droghe potessero *rompere i vincoli di categoria e confine* nella percezione e anche trattato pazienti che riferivano esperienze mistiche o rivelatorie sotto l'influenza di varie sostanze.
Cosa potrebbe essere "sbloccato" quando i filtri percettivi sono temporaneamente disabilitati? Sacks affronta questa domanda con curiosità scientifica: potrebbero queste esperienze rivelare aspetti del funzionamento cerebrale normalmente nascosti? Lovecraft ci dice: se la nostra percezione non ci permette di vedere oltre, ringrazia il cielo, la porta è da lasciare chiusa.
Sacks nota come anche esperienze temporanee con droghe possano lasciare "porte della percezione" permanentemente alterate. I personaggi di Lovecraft non possono mai tornare completamente alla normalità dopo i loro scorci oltre il velo, rimangono perseguitati da ciò che hanno visto.
La natura a doppio taglio di questa dissoluzione deliberata rispecchia i casi neurologici: guadagnare accesso a realtà diverse significa rischiare la stabilità di quella che hai sempre conosciuto.
Le persone che provano i funghetti per esempio potrebbero avere grossi problemi o, durante il trip, poter sbloccare nuovi sensazioni corporee e nuove abilità accessibili anche a distanza di anni.
## Neurofilosofia dell'orrore
La psicologia evolutiva suggerisce che la percezione umana si è evoluta non per una completa accuratezza ma per l'utilità di sopravvivenza. Percepiamo ciò di cui abbiamo bisogno per navigare nel nostro ambiente, non necessariamente ciò che è realmente presente. Siamo progettati per NON vedere certi aspetti della realtà, che i nostri limiti percettivi sono una feature, non difetti.
Se ridiciamo l'esperienza alla mera biologia, quando apprendiamo che la nostra esperienza di un sé unificato è un'illusione creata da moduli cerebrali specializzati, o che le nostre decisioni sono prese prima che ne siamo consapevoli, sperimentiamo una versione più lieve dell'orrore che i personaggi di Lovecraft provano quando affrontano entità cosmiche.
Cosa succede quando la macchina della percezione incontra qualcosa che non può elaborare?
Quali sono i limiti della comprensione umana? E cosa c'è oltre questi limiti?
## In Strange AEons even death may die
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Il confine tra percezione normale e patologica è più sottile di quanto vorremmo ammettere. La nostra presa sulla realtà è tenue.
Sack e Lovecraft ci chiedono: se la nostra realtà può essere così facilmente sgretolata, da un ictus, un tumore, o un incontro con qualcosa di genuinamente alieno all'esperienza umana, qual è la natura della percezione?
Forse il parallelo più inquietante è questo: i casi studio di Sacks sono basati su casi reali. L'orrore che Lovecraft immaginava metaforicamente, Sacks lo ha documentato clinicamente.
Questi casi ci portano, secondo Sacks, "*oltre l'immaginario, nel mitico*". O per Lovecraft, ci portano oltre la soglia della confortevole conoscenza umana, in regni dove la mente stessa inizia a sgretolarsi, non nella finzione, ma nelle stanze d'ospedale e nei reparti neurologici dove la realtà stessa diventa l'ultimo orrore cosmico. Un orrore cosmico che non sta nelle vaste immensità dell'universo e le sue pieghe, ma nello spazio infinitesimale tra i nostri neuroni, mappe di stelle lontane ed un cielo più freddo.