![[file-EgFApwE4UcMZ1mbAHgpKaf~2.jpg]] # Di cavalli e cervi Ti racconto la storia di Zhao Gao, nel tentativo di controllare il governo Qin, ideò una prova di lealtà per i funzionari di corte usando un cervo e un cavallo: > Zhao Gao stava contemplando il tradimento ma temeva che gli altri funzionari non avrebbero obbedito ai suoi ordini, così decise di metterli alla prova. Portò un cervo e lo presentò al Secondo Imperatore chiamandolo cavallo. Il Secondo Imperatore rise e disse: "Forse il cancelliere si sbaglia, chiamando un cervo cavallo?" Poi l'imperatore interrogò i presenti. Alcuni rimasero in silenzio, mentre altri, sperando di ingraziarsi Zhao Gao, dissero che era un cavallo, e altri ancora dissero che era un cervo. Zhao Gao fece segretamente arrestare tutti quelli che avevano detto che era un cervo e li fece giustiziare immediatamente. Da quel momento in poi, tutti i funzionari erano terrorizzati da Zhao Gao. E così ottenne il potere militare. (tr. Watson 1993:70) A volte nella vita, i cavalli sono cervi. Non è solo questione di semplice inganno o autorità; si tratta della creazione ed evoluzione di una realtà condivisa. Quando i funzionari chiamarono il cervo cavallo, non stavano semplicemente mentendo; stavano attivamente partecipando alla costruzione di una nuova verità. Il genio di Zhao Gao non stava nel forzare l'obbedienza ma nel dimostrare che il consenso può ridefinire la realtà stessa. Come avviene questo cambiamento? Si sviluppa per strati: 1. La consapevolezza iniziale: "Vedo un cervo, ma dirò cavallo." 2. Il dubbio strisciante: "Se gli altri vedono un cavallo, sono io a sbagliare?" 3. La realtà emergente: La parola "cavallo" inizia ad assumere un nuovo significato—non per decreto, ma attraverso una comprensione condivisa. Il cervo diventa simultaneamente cervo e cavallo, a seconda del contesto. ```mermaid %%{init: { 'theme': 'neutral', 'themeVariables': { 'primaryColor': '#d3d3d3', 'primaryTextColor': '#333333', 'lineColor': '#a0a0a0', 'secondaryColor': '#e8e8e8', 'tertiaryColor': '#f0f0f0' } }}%% mindmap root("La Verità si Trasforma") ("Vedo un cervo, ma dirò cavallo") ("La realtà oggettiva e quella sociale si separano") ("Se gli altri vedono un cavallo...") ("Il dubbio cresce come un'onda") ("La certezza si dissolve") ("Una nuova realtà prende forma") ("Il cervo-cavallo esiste in entrambi i mondi") ``` Attraverso questi strati, ciò che chiamiamo "verità" si rivela più dinamico di un fatto statico, é una costruzione collettiva plasmata da percezione, consenso e ripetizione. # Tira il dado - Percezione La percezione è un'insieme di input che non si limita mai al solo processare dei fatti davanti a noi ma include contesto, storico e tutti gli artefatti che le nostre menti usano per coprire i buchi. Sia nel modello di percezione di Bruner che in quello di Alan Saks e Gary Johns la percezione è un processo complesso: #### Il modello Bruner Quando le persone incontrano qualcosa di sconosciuto, sono molto ricettive ai segnali informativi contenuti nell'oggetto stesso e nella situazione che lo circonda. Nella prima fase non hanno abbastanza informazioni su cui basare le percezioni dell'oggetto, quindi cercheranno attivamente indizi per risolvere questa ambiguità. Gradualmente, raccolgono alcuni segnali familiari che permettono loro di fare una prima categorizzazione approssimativa. Come avviene questo processo? Si sviluppa attraverso fasi distinte: 1. L'apertura iniziale: "Cerco attivamente ogni segnale disponibile." 2. La categorizzazione graduale: "Inizio a riconoscere schemi familiari." 3. La selezione progressiva: "Mi concentro sui segnali che confermano la mia intuizione iniziale." Gli indizi diventano meno aperti e più selettivi. Le persone cercano ulteriori segnali che confermino la loro categorizzazione iniziale. **Ignorano e distorcono attivamente gli indizi che contraddicono le loro percezioni iniziali**. La loro percezione diventa più selettiva fino a dipingere un'immagine coerente dell'oggetto. ```mermaid %%{init: { 'theme': 'neutral', 'themeVariables': { 'primaryColor': '#f0f0f0', 'primaryTextColor': '#333333', 'lineColor': '#a0a0a0', 'secondaryColor': '#f5f5f5', 'tertiaryColor': '#fafafa' } }}%% mindmap root("Il Processo di Percezione") ("Apertura Iniziale") ("Ricettività totale ai segnali") ("Ricerca attiva di indizi") ("Categorizzazione") ("Raccolta di segnali familiari") ("Prima classificazione") ("Selezione") ("Ricerca di conferme") ("Distorsione dei segnali contrari") ("Coerenza Finale") ("Immagine stabile e definita") ``` ### Modello Johns- Saks: percettore, oggetto, situazione Il Percettore: la sua consapevolezza è focalizzata sullo stimolo, e così inizia a percepirlo. La percezione nasce da tre elementi fondamentali: 1. Lo stato motivazionale: ciò che ci spinge 2. Lo stato emotivo: ciò che proviamo 3. L'esperienza: ciò che abbiamo vissuto I primi due, in particolare, plasmano profondamente il modo in cui interpretiamo la realtà. Spesso entra in gioco quella che chiamiamo "**difesa percettiva**" - vediamo solo ciò che siamo pronti a vedere. --- L'Oggetto è il focus della nostra attenzione. Non è passivo: la quantità di informazioni che i nostri sensi ne colgono determina come lo interpretiamo e comprendiamo. --- La Situazione racchiude tutto ciò che circonda questo processo: l'ambiente, il momento, l'intensità dello stimolo. Questi elementi possono fare la differenza tra uno stimolo che resta tale e uno che diventa percezione vera e propria, soggetta all'interpretazione del cervello ```mermaid %%{init: { 'theme': 'neutral', 'themeVariables': { 'primaryColor': '#f0f0f0', 'primaryTextColor': '#333333', 'lineColor': '#a0a0a0', 'secondaryColor': '#f5f5f5', 'tertiaryColor': '#fafafa' } }}%% mindmap root("Il Processo Percettivo") ("Il Percettore") ("Stato Motivazionale") ("Stato Emotivo") ("Esperienza") ("Difesa Percettiva") ("L'Oggetto") ("Informazioni Sensoriali") ("Interpretazione") ("La Situazione") ("Fattori Ambientali") ("Temporalità") ("Grado di Stimolazione") ``` Zhao Gao sapeva che la "verità" stessa poteva essere negoziata attraverso il consenso sociale. Nel corso della storia, affermazioni ripetute, gesti simbolici o ridefinizioni strategiche hanno trasformato ciò che una volta sembrava impensabile in norme comunemente accettate. Non è questione di forza bruta ma di modificare ciò che sembra naturale credere. # I always saw better when my eyes were closed ![[file-GaUaNYo555MdsrSJ4iwktC (1).webp]] Riconoscere queste dinamiche è come acquisire un nuovo senso. Improvvisamente, vedi ovunque queste piccole dinamiche, eppure questa consapevolezza non ti libera dal sistema; complica il tuo ruolo al suo interno. Siamo incatenati ad alcuni processi a cui dobbiamo sottostare, non esiste la percezione come osservatore inerme. L'atto stesso di osservare, filtrare la realtà attraverso le parole, gli schemi e il dialogo plasma il mondo attorno a noi in quel momento e impatta le nostre percezioni future. Questo é il pugnale senza manico. Da un lato, alimenta lo scetticismo e ci spinge a mettere in discussione ciò che sembra "ovvio". Dall'altro, ci ricorda che inevitabilmente aiutiamo a creare o rafforzare le realtà che abitiamo. Ogni critica, ogni conversazione, ogni accordo o disaccordo contribuisce silenziosamente alla comprensione collettiva di ciò che è reale. Se non facciamo molta attenzione il peso cognitivo del ragionare su impatto, realtà e conseguenze può portarci ad essere ancora più suscettibili a persone o entità che cercano di usare la fallibilità dei processi di percezione contro di noi. Il cervo di Zhao Gao non era semplicemente una prova di lealtà; era una lezione sulla malleabilità della verità. Comprendendolo, scopriamo la sorprendente complessità della nostra esistenza condivisa—dove percezione, consenso e significato si intersecano per definire la realtà. Nel riconoscere il nostro ruolo come partecipanti attivi in questo processo, scopriamo non solo come la realtà viene plasmata, ma come possiamo plasmarla—e qui risiede il potenziale creativo al centro della nostra esperienza umana collettiva. ![[file-7TeZEED7TnhHpZCBtCKDjs~2.jpg]]